Appreso o innato: perché apprezziamo le forme naturali?

Greta Pogliani
19/12/2020
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Quando osserviamo una forma ripetuta su scale sempre più piccole, come la ramificazione di un albero o la spirale di una conchiglia, il cervello adulto si rilassa e riduce lo stress generale. Di che cosa si tratta?

Si chiama "fluidità frattale" ed è la capacità di riconoscere ed elaborare schemi in continua diminuzione con relativa facilità.

La fluidità frattale è un modello di neuroscienza, suggerisce che attraverso l'esposizione allo scenario frattale della natura, i sistemi visivi delle persone si siano adattati per elaborare in modo efficiente i frattali con facilità. La fluidità mette lo spettatore in una zona di comfort inducendo così un'esperienza estetica.

Si tratta di una capacità umana straordinaria: nuovi studi rilevano possa essere presente in noi già all'età di tre anni.

Una nuova ricerca, guidata dalla psicologa Kelly Robles dell'Università dell'Oregon, suggerisce che la risposta umana allo scenario frattale naturale sia già evidente nei bambini molto piccoli e, quindi, non sia necessariamente una capacità appresa.

A differenza dei primi esseri umani, che vivevano all'esterno e nelle savane, gli esseri umani moderni trascorrono la maggior parte dei primi anni di vita all'interno di strutture create dall'uomo. [...] La preferenza [di schemi frattali] deve derivare da qualcosa di precedente allo sviluppo o, forse, è [una capacità] innata.

I "frattali" sono modelli che si ripetono su scale sempre più sottili e sono prevalenti negli scenari naturali (ad esempio, includono nuvole, fiumi e montagne). Il termine "frattale" è stato coniato nel 1975, ma molto prima artisti come Jackson Pollock, MC Escher e Katsushika Hokusai usavano questi modelli naturali con vari effetti nella loro arte.

Sappiamo che gli adulti preferiscono schemi frattali con livelli specifici di complessità, che si trovano più comunemente in natura.

Col tempo, potremmo aver imparato a preferire schemi frattali complessi. Questa tendenza è nota come "Goldilocks effect", anche detta "Principio di Riccioli d'Oro". Il termine descrive la via di mezzo ideale tra due fattori opposti o contrari, e indica qualcosa di adeguato e "giusto". In altre parole, secondo questo principio, col passare del tempo potremmo aumentare gradualmente la nostra conoscenza delle forme sempre più complesse, per poi preferire in ultimo modelli di complessità bassa-moderata.

Anche i bambini, più piccoli di tre anni d'età, preferiscono schemi frattali presenti in natura.

I ricercatori, guidati da Robles, hanno rilevato queste tendenze anche nei bambini, suggerendo l'esistenza di un meccanismo biologico o evolutivo precoce, capace di modellare il nostro sistema visivo per preferire le strutture naturali.

"Le nostre preferenze per i frattali sono definite prima dei tre anni d'età, [...] suggerendo che il nostro sistema visivo è sintonizzato per elaborare meglio questi modelli che sono altamente prevalenti in natura".

Se l'estetica frattale fosse solo un riflesso dell'esposizione ai modelli più comuni in natura, allora, preferenze differenti dovrebbero apparire in età differenti. Eppure, pare proprio che sia così.