Coronavirus, era a Milano già a novembre 2019
Un recente studio, riportato da Wired Italia, svela il risultato positivo del tampone di un bambino di 4 anni ricoverato a novembre 2019.
L’Università Statale di Milano ha effettuato un ulteriore test su un tampone effettuato ad un bambino ricoverato a novembre del 2019, scoprendo la presenza del virus Sars-Cov-2. Il primo caso positivo risalirebbe, dunque, a tre mesi prima dei casi ufficiali registrati nel lodigiano a febbraio 2019.
I ricercatori confermano che il riscontro di falsi positivi è possibile ma, il risultato parla chiaro. La presenza del virus in Italia già a fine autunno scorso non è da escludere.
Studi e ricerche hanno indicato che, a novembre 2019, il virus era già circolante in Cina e, forse, non solo a Milano. L'articolo della rivista riporta le parole di Silvia Bianchi, coautrice dello studio, che spiega come la ricerca non sia stata casuale ma mirata.
L’idea è stata quella di indagare retrospettivamente tutti i casi di malattie esantematiche identificati a Milano, dalla rete di sorveglianza di morbillo e rosolia. Il periodo considerato è quello che va da settembre 2019 a febbraio 2020 e i campioni sono quelli risultati negativi alle indagini di laboratorio per la conferma di morbillo.
Le due malattie - morbillo e rosolia - hanno degli elementi in comune con il Covid-19. Per questo motivo, la ricerca è stata rivolta a tutti quei tamponi effettuati per la ricerca di morbillo, tra settembre 2019 e febbraio 2020, che erano risultati negativi.
Per rispondere a domande come "da dove e quanto è partito il contagio" bisogna ricostruire le tappe di diffusione del virus.
Sono passati 11 mesi da quando le autorità sanitarie di Wuhan, in Cina, hanno dichiarato di aver individuato nello Huanan Seafood Wholesale Market, il mercato del pesce e di animali vivi della città, il luogo d'origine della pandemia di Covid-19. Si era ritenuto che la promiscuità tra l'uomo e la fauna selvatica in un ambiente umido, freddo e affollato avesse favorito il fatale salto di specie. Ma per rispondere a domande come "per quanto tempo il virus ha circolato senza essere rilevato e dove?" è fondamentale ricostruire le tappe di diffusione del virus, migliorare gli strumenti e continuare il lavoro di ricerca.