Propriocezione: il nostro misterioso sesto senso
La propriocezione è la misteriosa capacità del corpo di localizzare i nostri arti, anche nell'oscurità. Siamo all’inizio di una scoperta scientifica.
Spesso trascuriamo tutti questi aspetti, diamo per scontato il sapore di un alimento o la vista di un tramonto e i suoi colori. Ce ne accorgiamo quando questi sensi vengono a mancare, perché ci si rende conto di aver perso qualcosa di straordinario. Studiamo i sensi più comuni, quelli con cui ci interfacciamo, come vista e udito. Difficilmente, invece, sentiamo parlare di ageusia (perdita di gusto), anosmia (perdita di olfatto), e ancor meno di ipoestesia (perdita del tatto).
La propriocezione è diverso dagli altri sensi, in un modo chiave: non si spegne mai, tranne in casi molto rari. Sappiamo cos'è il silenzio quando ci copriamo le orecchie, sappiamo cos'è l'oscurità quando chiudiamo gli occhi.
La propriocezione è una parola che deriva dalla parola latina “proprius” che significa appartenere a sé stesso.
Tra i nostri comuni cinque sensi si è fatto largo negli ultimi anni un potenziale sesto senso, finora sottovalutato. Si tratta della propriocezione, ovvero la consapevolezza di dove sono i nostri arti e di come i nostri corpi sono posizionati nello spazio. Questo senso non si spegne mai a differenza degli altri: se chiudiamo gli occhi non vediamo, se ci tappiamo le orecchie non sentiamo, per la propriocezione non è così.
Solo raramente, questo senso non funziona correttamente. Nel 2016, ad esempio, si contavano 18 casi al mondo.
Ovviamente il meccanismo è complesso, ma gli scienziati impegnati nella ricerca hanno l'obiettivo di comprenderlo.
Gli scienziati impegnati nella ricerca hanno scoperto che la mancanza di un recettore, chiamato Piezo2, sia la ragione dello scorretto funzionamento della propriocezione e la ragione principale per cui si può essere incapaci di provare alcune sensazioni tattili specifiche. Questa particolare condizione di “cecità tattile” rende complicate azioni semplici a causa della difficoltà di percepire il proprio corpo, sopratutto in una situazione di occlusione della vista. L'obiettivo dello studio scientifico mira proprio a sondare le funzioni essenziali del tatto e del sistema propriocettivo, apprendendo la straordinaria capacità di adattamento del cervello.