Quanto pesa il tempo sprecato sulle nostre decisioni?
Quanto pesa il tempo sprecato sulle nostre decisioni? Come noi, anche le scimmie persistono nei compiti in cui sono già impegnate.
Tanto più a lungo si attende un beneficio, tanto meno si è disposti a rinunciare al tentativo di ottenerlo. Si tratta di un errore noto in psicologia ed economia come “fallacia dei costi irrecuperabili”. Ovvero, la difficoltà a rinunciare a una gratificazione al cui raggiungimento si è già dedicato, infruttuosamente, un certo tempo. E più passa il tempo, più questa difficoltà diventa maggiore. A conferma della tesi, ci sono i risultati di uno studio effettuato da ricercatori dell’Università del Minnesota a Minneapolis, riportato da un articolo pubblicato su ScienceMag.org.
La domanda sorge spontanea: perché ci si impegna così tanto in un comportamento così potenzialmente controproducente?
Le ricercatrici della Georgia State University pensano che possa principalmente dipendere da due fattori, come descritto nel nuovo studio pubblicato su Nature. In primis, da un meccanismo evolutivamente antico che ci aiuta a bilanciare costi e benefici complessivi. E poi, dall'incertezza sul risultato: ovvero, non si sa mai, in fin dei conti l'operazione potrebbe anche funzionare, quindi, perché non continuare a provare? La ricercatrice Julia Watzek e la professoressa Sarah F. Brosnan hanno dimostrato che, oltre a noi, anche le scimmie cappuccine così come i macachi rhesus sono inclini ad adottare lo stesso comportamento, soprattutto quando percepiscono incertezza sull'esito.
E c'è di più, il comportamento potrebbe essere guidato proprio dall'evoluzione e profondamente radicato nelle specie.
Nello studio delle ricercatrici, 26 scimmie cappuccine e 7 macachi rhesus sono stati impegnati in un videogioco molto semplice. Gli veniva richiesto di azionare un comando, spostare un cursore su un bersaglio in movimento e seguirlo mentre quest'ultimo continuava a muoversi. In caso di vincita, i soggetti percepivano un suono distintivo e ottenevano un premio. In caso di perdita, invece, dovevano cominciare un nuovo round. Dopo essere stati addestrati, l'esperimento ha testato i soggetti su round di 1, 3 o 7 secondi: un tempo più che sufficiente per le scimmie, secondo le ricercatrici.
Le scimmie hanno tempi di reazione molto rapidi durante questi giochi, un secondo, per loro, è in realtà molto tempo.
Brosnan spiega, poi, che durante l'esperimento la maggior parte dei round è durato solo un secondo. Quindi, se dopo ognuno non si era ricevuto un premio, era più conveniente fermarsi e iniziare un nuovo round. Probabilmente, sarebbe stato più divertente. Tuttavia, le scimmie hanno preferito continuare a giocare, nel tentativo di una vittoria. Sì, perché proprio come noi, anche le scimmie considerano lo sforzo impiegato e si allontanandosi da un comportamento decisionale razionale. Brosnan, poi, fa notare che, da una prospettiva evolutiva, potrebbero anche esserci dei vantaggi.
A volte, dobbiamo essere pazienti [...] quando si cerca cibo, si è alla caccia di prede, si aspetta che un uovo si schiuda, si cerca un compagno o si costruisce un nido.
Altre volte, invece, noi umani così come le scimmie, dovremmo validare le ovvie ragioni per arrenderci. Eppure, riportano gli studi americani, siamo propensi a continuare a provare.