Vitamina D: integrazione sì o no?
Sempre più studi si stanno susseguendo per provare l’utilità della Vitamina D3 nel contrastare l’infezione da COVID -19, grazie alle sue proprietà anti-infiammatorie e anti-microbiche.
Notoriamente la vitamina D è la vitamina del sole, della luce, ovvero quella vitamina che viene attivata grazie all'azione dei raggi ultravioletti. E’ altresì noto che la carenza di vitamina D sia molto più diffusa di quanto ci dicano i dati clinici, ovvero che vi siano moltissimi casi sub-clinici di carenza, che possono portare non solo alle forme di rachitismo nei bambini e di osteomalacia negli anziani, ma anche a varie forme di infiammazione silente riconducibili a svariate malattie.
L'alto grado di carenza di vitamina D può non essere dovuto solo al moderno stile di vita dell'ufficio (cioè il ciclo andata e ritorno casa - auto - ufficio) ma dipende anche da fattori come una maggiore latitudine, grado di pigmentazione della pelle, stagioni (cioè inverno) e assunzione alimentare (ad esempio pesce grasso, fegato, cibi fermentati, ecc.).
Altro fattore legato alla Vit D, forse non altrettanto noto, è che le dosi raccomandate in Unione Europea potrebbero essere sottostimate, e che una sua integrazione, entro certi limiti, dovrebbe essere sicura, ovvero non portare ad episodi di ipercalcemia, l’ eccesso di calcio nel sangue.
Secondo gli ultimi studi, per massimizzare i benefici della supplementazione di vitamina D e ridurre al minimo il potenziale (teorico) rischio di tossicità, alcuni esperti ritengono fondamentale l’ intervento della supplementazione della vitamina K2 in contemporanea con la D3.
DOVE TROVIAMO LA VIT. D?
È quasi impossibile con la sola dieta controbilanciare l’ipovitaminosi D da ridotta esposizione alla luce solare. I cibi che la contengono comprendono alcuni pesci grassi (aringhe, salmone, sardine, sgombro), olio di fegato di merluzzo, latte e uova.
DOVE TROVIAMO LA VIT. K?
La vitamina K la troviamo: nelle verdure a foglia verde (Vit K1), carne e frattaglie grass fed, cioè allevate ad erba (Vit K2).
Anche l’intestino umano produce vitamina K2, ma in caso di alimentazione errata la flora batterica si altera (disbiosi, molto comune!) e ne produce di meno.
QUALI SONO LE RACCOMANDAZIONI GENERALI PER LA POPOLAZIONE?
È importante cercare di passare tempo all’aria aperta (almeno 30-60 minuti al giorno) ed eventualmente, in caso di reale ridotta esposizione, assumere supplementi di vitamina D almeno nei mesi invernali.
Secondo la nota AIFA 96 possono assumere vitamina D, dietro consiglio del medico: "persone istituzionalizzate, donne in gravidanza o in allattamento, persone affette da osteoporosi da qualsiasi causa o osteopatie accertate non candidate a terapia remineralizzante (vedi nota 79), persone con livelli sierici di 25OHD < 20 ng/mL e sintomi attribuibili a ipovitaminosi (astenia, mialgie, dolori diffusi o localizzati, frequenti cadute immotivate), persone con diagnosi di iperparatiroidismo secondario a ipovitaminosi D, persone affette da osteoporosi di qualsiasi causa o osteopatie accertate candidate a terapia remineralizzante per le quali la correzione dell’ipovitaminosi dovrebbe essere propedeutica all’inizio della terapia; una terapia di lunga durata con farmaci interferenti col metabolismo della vitamina D; malattie che possono causare malassorbimento nell’adulto”.
COME BILANCIARE LA MANCATA ESPOSIZIONE ALLA LUCE SOLARE?
Anche se non volessimo considerare gli effetti benefici di una supplementazione di Vit. D come effetto antinfiammatorio e di innalzamento delle difese immunitarie, dobbiamo comunque fare i conti con il periodo che stiamo vivendo, per lo più in ambienti chiusi, e con il fatto che dagli alimenti ne prendiamo sempre troppo poca.
Anche se sono necessari molti studi di follow-up per consolidare l'ipotesi che vi sia una forte correlazione tra basse concentrazioni sieriche di Vit D e tassi di mortalità da COVID-19, quello che sappiamo è che le persone con livelli "sufficienti" di vitamina D nel sangue tendono ad avere sintomi considerevolmente meno gravi causati dall’infezione virale.
Concludiamo quindi dicendo che una sana alimentazione è sempre alla base di una buona salute, e che la scelta dei nutrienti può influenzare anche le nostre difese immunitarie. Un’ integrazione di Vid. D3 e K2, soprattutto nel periodo invernale, è consigliata, sempre sotto controllo medico o del nutrizionista.